Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace! (Numeri 6:24-26)

Chiesa Evangelica Valdese

UNIONE DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI

Rimini, Romagna e Pesaro-Urbino

Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2014

SERMONE DEL REV. THOMAS SANDER

 DELLA CHIESA ANGLICANA DI SHARNBROOK - INGHILTERRA

“E’ DIVISO IL CRISTO ?” I COR 1,1-17

Possa io parlare e voi ascoltare nel nome del Padre e del Fig1io e dello Spirito Spirito. Amen

Fratellie sorelle , voglio iniziare questa omelia in primo luogo augurandovi tutto il meglio per il 2014.
Spero e prego che Dio vi benedica in tutto ciò che vi sforziate di fare. C'è sempre qualcosa di molto eccitante nell'iniziare un nuovo anno. Si tratta della possibilità di ripensare al passato, cosi come di progettare il futuro.
E' il momento di pensare a dove eravamo e dove stiamo andando. E' ora di delineare le speranze e le aspettative e di pianificare una nuova direzione nelle nostre vite. Mi chiedo quali saranno le nostre speranze, I progetti e le aspettative per il prossimo anno.
Io di solito inizio un nuovo anno cercando di essere più in salute, di mangiare bene, di fare più esercizio, di spendere meno denaro, di risparmiare di più. Sono sicuro che alcuni di voi siano come me.
Avrete delineato e deciso quali saranno le vostre problematiche e priorità per il nuovo anno.
Poichè siamo una Chiesa, mi chiedo che speranze e aspettative in questo anno potremmo avere per la nostra fede e per le chiese a cui apparteniamo. Ne abbiamo alcune, o stiamo tirando a campare?
In Inghilterra la Chiesa nazionale anglicana ha una serie di priorità che deve iniziare ad affrontare quest'anno.
Dobbiamo affrontare una crescente pressione dell'ateismo della gente e del pensiero laico nel govemo in ordine alla nostra presenza nelle scuole e nelle istituzioni. Dobbiamo pensare come trovare abbastanza denaro per sostenere il
clero e le chiese che abbiamo. Noi pensiamo e preghiamo nel Sinodo per le grandi questioni quali le unioni omosessuali e sull’ ordinazione delle donne a Vescovi.
Nulla mia panocchia locale di Sharnbrook, a nord di Londra, stiamo cercando anche di sviluppare più lavoro tra i giovani per rendere vero il vangelo per loro. Questa è una grande priorità. inoltre, speriamo di incoraggiare più
persone a tornare a messa o a venire per la prima volta, per ricevere Gesù nella lora vita. Stiamo cercando di promuovere la fede cristiana e tutto ciò che essa ha da offrire per lo sviluppo umano.
Il 2014 ha molte priorità per la Chiesa in Inghilterra, sia a livello nazionale che locale.
Sono sicuro che lo stesso accada in Italia e in tutto il mondo. Ma c'è una cosa che manca, che è menzionata Occasionalmente e spesso imenticata: l’unità.
L'unità tra il popolo di Dio. L'unità tra coloro che cercano di seguire Gesù Cristo nella lora vita.
L'unità tra coloro che siriuniscono per pregare e per spezzare il pane in memoria di lui.
La ricerca, la speranza, il desiderio dell'unità dei cristiani è una cosa che spesso viene messa in fondo alle priorità per la Chiesa ne1 2014 e in verità in qualunque altro anno. Ma all'inizio di quest'anno cerchiamo di renderla prioritaria per noi, mettiamola al vertice dell'ordine del giorno. Cerchiamo di costruire una chiesa unita nella fede e nell'azione.
Ma COME ? Sembra impossibile.
A volta sembra impossibile; le lacune nella fede e nella pratica, tra protestanti e Cattolici, Ortodossi e Protestanti, Ortodossi e Cattolici sono semplicemente troppo, troppo grandi. Anche all'intemo delle nostra chiese, a volta siamo divisi nella strada da percorrere. Noi diciamo: "Tu credi in questa dottrina, io credo in quella. La mia chiesa dice che le donne possono essere sacerdoti, la vostra no. Questo è ciò che accade al pane e vino nella comunione e non quello.
Tu Pensi questo, io penso quello. Io penso quello, tu pensi questo". Questa cose che noi pensiamo sono la nostra dottrina in cui crediamo fermamente. Noi Siamo appassionati della cose in cui crediamo perchè ordinano la nostra vita
e ci aiutano ad avvicinarcia Dio.
Ma la domanda rimane, come una spina nel fianco: come possiamo raggiungere I'unità, come possiamo noi renderla una priorità quando siamo tutti apparentemente cosi diversi nelle nostre convinzioni e dottrine?.Beh, io penso che san Paolo ha la risposta a questa annosa questione nella sua lettera alla Chiesa primitive in Corinto. Egli dice: "Fratelli, in
Nome di Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo che viviate d'accordo. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni." La questione per noi quale siano le nostre convinzioni. Possiamo trovare un accordo? Credo che possiamo.
Il nostro scopo come cristiani è sicuramente amare Dio e amare il nostro prossimo come noi stessi.(I due grandi comandamenti che il Signore ci da come compimento della legge). I cristiani sono sicuramente quelli che cercano
nella loro vita di rendere l’amore invisibile di Dio, visibile e conosciuto come era nel suo Figlio Gesù Cristo.
Dobbiamo fare come ha fatto LUI, amare come lui ha amato.
Essere un discepolo cristiano significa portare il nome di Cristo e il suo messaggio al mondo. amarci tra noi come Lui ci ha amati! Penso che siamo tutti d'accordo che questo è il suo scopo: amare.
I discepoli di Gesù quelli che si riuniscono a seguirlo, sono quelli che sono chiamati ad amare, a perdonare, a vivere nella speranza del Vangelo e portare la carità nel mondo. I cristiani sono chiamati a nutrire I poveri, vestire gli ignudi, visitare I carcerati, accogliere I perseguitati, lavorare per la giustizia, la pace e la libertà che è il nostro scopo comune come seguaci di Cristo.
A rischio di essere radicale, credo che tutta la Chiesa, Cattolica, Anglicana, Ortodossa, Luterana, la Chiesa in tutto il mondo ha perso questa visione centrale o almeno non ha cercato di metterla in cima alle priorità. Siamo stati troppo coinvolti nelle nostre piccole differenze di dottrina; ciò che noi pensiamo riguarda, molto spesso, piccole cose che ci separano .
La Chiesa Ortodossa russa è stata divisa nel 19°secolo intorno alla questione se si dovesse fare o meno il segno della croce con due dita, o con tre. Tutto sembra una piccolezza, ma i massacri e saccheggi scoppiati tra i vecchi e i nuovi credenti, hanno messo in discussione la sicurezza della chiesa e della società. E tutto ciò per due o tre dita?
Dove è lo scopo d'amare di Dio in tutto questo? Siamo tutti colpevoli di entrare in discussioni su piccole cose che sembrano avere importanza. Ma San Paolo ci chiede nella sua lettera ai Corinzi di essere uniti in una sola mente e in una sola meta comune. Paolo scrisse la sua lettera ai giovani cristiani di Corinto verso l'anno 56 A. D.
Ma c'è un'altra storia dello stesso periodo di tempo che ci aiuta a capire quale potrebbe essere la nostra meta, mentre cerchiamo l'unità per le nostre chiese. E' una storia che inizia nei primi tempi della Chiesa di Antiochia, oggi solo una piccola città della Turchia moderna, ma 2000 anni, centro culturale e commerciale, vivace, affollato e cosmopolita.
Era una vera città greco-romana, un punto di incontro di due culture. Un luogo adatto per il conflitto umano.
Come tutti i luoghi civilizzati aveva enormi problemi. La maggior parte delle abitazioni non era come i grandi palazzi romani, con marmi pregiati, pavimenti a mosaico, bagni e sistemi fognari ma una baraccopoli, misera, precaria, sporca e pericolosa. Se si dovesse fare un tour di questo quartiere romano si avrebbe bisogno di uno stomaco forte .
Sarebbe necessario essere preparati ad ignorare la miseria degli uomini e scansare i corpi dei miserabili che sono stati semplicemente lasciati morire.
Una volta l'imperatore Vespasiano era a un banchetto quando un cane entrò con una mano in bocca, strappata ad un cadavere sulla strada. L'imperatore, lungi dall'essere sconvolto, pensò che fosse di buon auspicio, e proseguì il
banchetto! No! La vita media ad Antiochia per le persone che vivevano in strada era breve, difficile e brutale .
Quando parliamo del mondo classico ci dimentichiamo che per la stragrande maggioranza delle persone la vita era semplicemente orribile e una parte significativa era schiava.
Il cristianesimo si era inserito in questo contesto umano e dal 40 A.D. in poi aveva cominciato ad espandersi al di fuori della Giudea. Ciò che il cristianesimo offriva era radicalmente diverso dal "cane mangia cane", o dal "cane mangia uomo" della città greco-romana. Il cristianesimo è cresciuto così bene perché si è preso cura delle persone.
In un mondo dove la gente viveva brevi vite miserabili, il cristianesimo offriva la promessa della vita eterna nell'aldilà, ma anche, e soprattutto , un'offerta di vita prima della morte. l primi cristiani di Antiochia erano uniti in un'unica meta: dare da mangiare ai poveri, aiutare le vedove, visitare le persone nel momento del bisogna. Guarivano i malati, scacciavano i demoni, parlavano di questo Dio radicale: che era generoso, sorgente di vita, misericordioso e desideroso di relazionarsi con l'uomo. Seguivano Gesù e il suo modo di vivere.
Egli aveva detto cose come "amate i vostri nemici", "fate del bene a coloro che vi odiano", "benedite coloro che vi maledicono", "pregate per i vostri nemici': "Date a chiunque vi chieda", "fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi". E' difficile per noi immaginare quanto fosse radicale la prima comunità cristiana nelle sue azioni e nei suoi risultati. Essa era radicale e cresceva perché, negli angoli bui dei luoghi come Antiochia, è stata veloce alla chiamata di Dio in Cristo, per fare giustizia, per amare la tenerezza e camminare umilmente con Dio in mezzo al suo popolo, a seguire Cristo e la sua via. Questo era lo scopo della fede. Questa fede nascente offriva un peculiare modo di vita.
Era noto in quei primi anni come "The Way" letteralmente: "Il modo di vivere"
La via del cristiano era diversa ed era ispirata da Gesù Cristo e seguiva il grande modello di colui che è venuto per servire e non per essere servito. Essere cristiano era, in tutte le cose, seguirlo nella sua strada. l primi cristiani si distinguevano grazie al loro comportamento e per la loro volontà di fare sempre di più, di dare a chi chiedeva, di essere presenti e dalla parte dei poveri e degli oppressi; il modo in cui vivevano era incredibilmente attraente, in un mondo completamente indifferente dove i poveri erano letteralmente lasciati a morire sulla strada. L'identità del
cristiano ad Antiochia, nel 40 A.D. era di colui che si curava del prossimo, che seguiva Cristo e che prendeva sul serio il suo insegnamento di "fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te". E la chiesa continuava a crescere.
Che dire dei cristiani e della Chiesa oggi? Stiamo diminuendo, almeno in Europa.
E qual è la nostra identità nel mondo moderno? Purtroppo essa è uno degli argomenti di rottura e di divisione.
Ma oggi c'è speranza se guardiamo a Cristo poiché egli è per noi un modello di vita ? questa è la nostra Meta.
Noi, come suoi discepoli in qualsiasi Chiesa, siamo chiamati a seguirlo nel fare il bene, nella cura dei poveri e degli oppressi e di chi è nel bisogno .
Questo è il nostro comune obiettivo, cerchiamo di lottare per esso in tutto ciò che faremo nel 2014.
Amen

Urbino domenica 26 gennaio 2014


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